Per chi viaggia in aereo, il 2024 non è stato l’anno migliore: ritardi e cancellazioni sono stati e sono tutt’ora all’ordine del giorno.
Il 2024 è stato uno degli anni più complicati per l’aviazione civile, soprattutto durante la stagione estiva c’è stato un aumento esponenziale di ritardi e cancellazioni di voli. Le difficoltà non si sono fermate agli scioperi e ai problemi tecnici, ma sono state aggravate da condizioni meteorologiche avverse e da una situazione geopolitica instabile.
Secondo Eurocontrol, tra giugno e agosto si sono registrati 3,13 milioni di voli in Europa, che hanno accumulato complessivamente ben 16,9 milioni di minuti di ritardo, fattore che ha causato notevoli disagi per i passeggeri. Molti viaggiatori hanno subito lunghi tempi di attesa o addirittura cancellazioni dell’ultimo minuto. Fortunatamente, in caso di ritardi o cancellazioni, la legge europea prevede rimborsi e compensazioni fino a 600 euro, a seconda della distanza del volo e del ritardo.
Dietro ai dati preoccupanti ci sono cause complesse che si sovrappongono. Tra queste, la programmazione eccessiva di rotte da parte delle compagnie, che spesso si trovano a promettere più voli di quelli effettivamente sostenibili, a livello di personale e mezzi a disposizione. Inoltre, gli aeroporti soffrono ancora delle carenze di personale dovute alla pandemia, con la domanda di voli ritornata ai livelli del 2019, ma senza abbastanza risorse umane qualificate per gestirla adeguatamente.
Un’altra criticità è la riduzione delle rotte aeree percorribili, soprattutto a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, che ha ristretto notevolmente lo spazio aereo disponibile. Questo ha concentrato il traffico su rotte alternative verso l’Ungheria, la Croazia e la Slovenia, aumentando ulteriormente i ritardi, soprattutto per i voli verso l’Asia.
A complicare ulteriormente il quadro, sono arrivate le recenti tensioni in Medio Oriente. Alcune compagnie aeree hanno infatti deviato o annullato voli verso destinazioni come il Libano e il Kuwait. L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) ha consigliato di evitare spazi aerei critici, come quelli iraniani, israeliani e libanesi, aumentando così la difficoltà di gestione del traffico e i disagi per i viaggiatori.
Un esempio lampante di ciò che sta avvenendo è quello dello scorso 28 settembre, quando un volo su dieci in Europa ha subito ritardi, causando moltissimi disagi per i passeggeri. Di fronte a questa situazione, molte compagnie aeree hanno chiesto interventi urgenti, temendo che la crisi possa diventare ancora più grave nei prossimi mesi se non si adotteranno misure strutturali.
Sarà i prossimi mesi ad essere decisivi per capire se verranno intraprese azioni concrete, senza le quali il sistema rischia una vera e propria paralisi, con conseguenze gravi per passeggeri e tutto il personale che lavora nel settore.
Intanto, per cercare di smaltire un po’ la burocrazia e quindi le attese, presto potremo dire addio per sempre alla carta di imbarco. Ne abbiamo parlato in questo articolo.
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