Porti italiani: si va verso il privato? Il governo Meloni ripropone questo progetto che riceve però le critiche da molte parti
Il governo Meloni guarda al 2025 con una serie di riforme che puntano ad aumentare le privatizzazioni. Il motivo? Aumentare le risorse pubbliche. Saranno, infatti, diverse le privatizzazioni di cui si è già ampiamente parlato e che quasi sicuramente andranno a buon fine: Monte dei Paschi di Siena (Mps), Eni, Poste Italiane, Ferrovie dello Stato.
A queste si sta facendo strada anche quella dei porti, un’ipotesi che era stata paventata già lo scorso anno e poi accantonata. I tecnici del governo starebbero valutando di replicare quanto già fatto per gli aeroporti aprendo la strada ai privati per la loro gestione. Ma sono tutti d’accordo?
Porti italiani verso la privatizzazione: la contrarietà del sindacato
Sull’ipotesi di privatizzazione dei porti le cose ancora non sono chiare. Si parla di un possibile entrata in gioco dei fondi di investimento anche se non è chiaro se nelle logiche del governo e dei tecnici si pensi all’entrata di nuovi soci o alla nascita di una super Autorità portuale nella quale lo Stato conserverebbe comunque la maggioranza o una quota di controllo in quanto i porti sono infrastrutture strategiche per l’Italia.
Davanti a questa proposta sono in molti a storcere il naso, in primis i sindacati che non si dicono per nessuna ragione favorevoli all’ipotesi di privatizzare i porti italiani. In particolare, dalla Uiltrasporti si dicono assolutamente contrari “all’idea più volte emersa a mezzo stampa da parte di esponenti del Governo di privatizzare i porti italiani” specificando che questi devono restare sotto la gestione pubblica “per garantire una concorrenza basata sulla trasparenza e sul rispetto delle regole a partire dal contratto, un importante elemento di competitività del settore per il quale inoltre auspichiamo si arrivi presto al rinnovo”.
La Uil parla di gravissimo errore in quanto si tratta di uno degli “asset economici maggiormente strategici del nostro Paese” e su questo non si può fare cassa, tuona il sindacato. Per questo motivo arriva la chiara richiesta, nei confronti del governo, di rinunciare al progetto di privatizzazione dei porti chiedendo, invece, risposte chiare e concrete sul mondo portuale italiano.
Anche il Pd tuona contro
Ad essere contrario sulla privatizzazione dei porti è anche il Partito Democratico che per voce della deputata Debora Serracchiani chiede al governo Meloni di mettere da parte questa idea: “Confidiamo che l’ipotesi di privatizzare i porti sia un effetto ricorrente del torrido caldo estivo e che il governo non insista” chiosa in modo ironico la deputata che ricorda che l’idea lanciata già lo scorso anno dal ministro Tajani rimase solo un’ipotesi che ricevette critiche e anche disinteresse da parte della maggioranza.