Cos’è il diritto alla disconnessione e cosa prevede la legge italiana? Scopriamo subito tutti i dettagli e come potrebbe evolversi.
Il diritto alla disconnessione è un tema sempre più rilevante nel mondo del lavoro, soprattutto con la diffusione dello smart working e delle tecnologie digitali.
In Italia, sebbene la normativa non riconosca esplicitamente questo diritto come universale, esso trova spazio attraverso contrattazioni individuali tra lavoratore e datore di lavoro, come previsto dalla legge 22 maggio 2017, n. 81.
La regolamentazione italiana sul diritto alla disconnessione
Questa legge, applicabile a tutte le aziende pubbliche e private, introduce norme per il lavoro autonomo e per favorire modalità lavorative flessibili, ma lascia la definizione delle modalità di disconnessione alle parti coinvolte.
Ogni lavoratore e datore di lavoro deve quindi negoziare individualmente i tempi e le modalità di disconnessione dagli strumenti tecnologici utilizzati per il lavoro.
L’obiettivo è garantire il diritto al riposo e alla protezione della sfera privata, soprattutto in un contesto lavorativo sempre più caratterizzato da una connessione costante.
Durante la pandemia di Covid-19, la necessità di regolamentare il lavoro agile si è accentuata. In quel periodo, l’obbligo di negoziazione individuale per lo smart working è stato temporaneamente sospeso, applicando automaticamente il diritto alla disconnessione per tutti i lavoratori da remoto. Questa esenzione è stata revocata alla fine del 2022, ripristinando la necessità di accordi individuali.
L’evoluzione legislativa in Europa del diritto alla disconnessione
L’Italia è stato uno dei primi Paesi dell’Unione Europea a introdurre disposizioni normative relative alla disconnessione, seguendo l’esempio della Francia, pioniera in questo ambito.
Però il diritto alla disconnessione è regolamentato in modo differente a livello europeo. Altri Paesi, come Belgio, Spagna, Portogallo e Grecia, hanno adottato leggi specifiche per affrontare le problematiche legate alla connessione continua, soprattutto nel contesto del telelavoro.
Ad esempio, in Francia la disconnessione è garantita a tutti i lavoratori indipendentemente dalla dimensione aziendale, mentre in Italia si applica principalmente agli smart workers.
In Italia, le contrattazioni tra le parti rivestono un ruolo centrale nell’attuazione del diritto alla disconnessione. Attraverso accordi aziendali, vengono stabilite modalità specifiche per consentire ai lavoratori di staccare la spina, garantendo nel contempo un equilibrio tra esigenze aziendali e benessere del dipendente. In mancanza di accordi, è possibile adottare politiche aziendali che regolamentino la disconnessione.
In un mondo del lavoro sempre più digitalizzato, la necessità di una normativa uniforme e universale è evidente per tutelare il benessere psicofisico dei lavoratori, evitando situazioni di stress e sovraccarico lavorativo.
Il cammino verso una regolamentazione completa è ancora lungo, ma l’attenzione crescente sul tema potrebbe favorire ulteriori passi avanti nei prossimi anni, rafforzando i diritti dei lavoratori in un’epoca in cui il confine tra vita privata e professionale è sempre più sottile.